Organizzazione
Survival International è un movimento globale per i diritti dei popoli indigeni, fondato a Londra nel 1969, la cui missione è aiutare i popoli indigeni e tribali a difendere le loro vite, la loro terra e i loro diritti umani fondamentali contro ogni forma di persecuzione, razzismo e genocidio.
L'associazione ritiene che l'opinione pubblica sia l'unica forza in grado di produrre un cambiamento duraturo e mira a costruire un vasto movimento che possa porre fine al trattamento ingiusto e illegale di cui sono vittime le popolazioni indigene. Una parte importante del suo lavoro consiste nel rimuovere gli atteggiamenti razzisti che affliggono i popoli indigeni, nel sensibilizzare l'opinione pubblica sulle storie dei popoli indigeni e nel sottolineare la loro cultura e le loro scelte di vita [2].
La sede centrale è a Londra, ma ha uffici anche a Milano, Parigi, Berlino, Madrid, Amsterdam e San Francisco.

La storia
È stata la prima organizzazione del settore a utilizzare la posta di massa come mezzo per lanciare campagne in tutto il mondo, dalla Siberia al Canada al Kenya. Alcune di queste campagne sono riuscite a modificare le politiche governative sui diritti degli indigeni. Nel 2000, per esempio, tra le 150 e le 200 lettere al giorno inviate dai sostenitori di Survival in tutto il mondo hanno indotto il governo indiano ad abbandonare i piani di reinsediamento forzato del popolo Jarawa; nel 2001, poco dopo la pubblicazione dell'appello di Survival, il governo della Siberia occidentale ha vietato per cinque anni le trivellazioni petrolifere nel territorio dei Khanty. La compagnia è stata bandita per cinque anni. Inoltre, Survival è stata la prima organizzazione a portare l'attenzione dell'opinione pubblica sugli impatti distruttivi dei progetti della Banca Mondiale, oggi riconosciuti come una delle principali cause di sofferenza in molti Paesi in via di sviluppo. In Italia è presente dal 1989.
Survival opera su tre livelli complementari: educazione, sostegno e campagne di informazione. Rifiutando un approccio assistenziale e fornendo la necessaria consulenza tecnica e legale, aiuta le organizzazioni indigene a svilupparsi in modo indipendente [1]. Inoltre, fornisce ai popoli indigeni una piattaforma per parlare al mondo intero e fa pressione sui governi e sulle organizzazioni internazionali affinché adottino leggi più efficaci per proteggere i diritti dei popoli indigeni.
I progetti educativi di Survival mirano a sfatare il falso mito che i popoli indigeni siano reliquie destinate a soccombere al "progresso" e a promuovere il rispetto per il loro stile di vita [5]. L'organizzazione ritiene che i diversi stili di vita dei popoli indigeni siano importanti modelli di ambiente e sostenibilità e un ricco patrimonio culturale da cui si può imparare molto.
«Se vogliamo davvero aiutare qualcuno, dobbiamo prima di tutto ascoltarlo – e non essere noi a decidere quello di cui lui ha bisogno! Inoltre, dobbiamo anche essere disposti a ricevere risposte sorprendenti, che disattendono le nostre aspettative. La necessità di ascoltare non riguarda solo il nostro rapporto con popoli tribali più lontani, ma è una pratica di vitale importanza per l'umanità intera, soprattutto in quest'epoca in cui il concetto di multiculturalismo viene spesso frainteso e attaccato, e in cui si assiste alla crescente imposizione delle proprie idee da parte di pochi.»
(Stephen Corry, Direttore generale di Survival International
Oggi Survival ha sostenitori in 82 Paesi e le sue pubblicazioni sono state tradotte in diverse lingue in tutto il mondo. Per mantenere la sua integrità e indipendenza, non riceve finanziamenti governativi e opera esclusivamente grazie alle donazioni dei sostenitori e ai proventi di piccoli eventi di raccolta fondi.
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